Sei un imprenditore di successo.
Hai una visione chiara, sei audace e sai come raggiungere i tuoi obiettivi.
Ma c’è un aspetto fondamentale che potresti delle volte sottovalutare: l’importanza della tua Immagine.
Perché, sì, l’aspetto professionale conta.
È un piccolo segreto che i Businessman di successo conoscono e sfruttano a proprio vantaggio.
Ed oggi vogliamo condividere con te alcuni punti chiave su come l’aspetto personale può fare la differenza nella vita professionale.
È tempo di mettere in mostra uno Stile Vincente e conquistare ogni Successo con un’immagine incisiva!
Nel mondo del business, non c’è spazio per errori e la prima impressione conta più di quanto tu possa immaginare.
Quando incontri un potenziale partner o cliente, la tua immagine deve parlare di professionalità e fiducia.
Un abbigliamento curato, una barba impeccabile e un viso rilassato comunicano la tua attenzione ai dettagli e che ti prendi sul serio.
L’aspetto professionale riflette la fiducia che hai in te stesso, nella tua professionalità, nelle tue competenze e capacità.
Quando ti senti bene con te stesso e nel pieno di questa fiducia, trasmetti anche agli altri un senso di sicurezza e affidabilità.
Indossare un abbigliamento adatto all’incontro, curare la tua barba, i tuoi capelli e la tua pelle ti danno quella marcia in più che ti distingue dagli altri. Non sottovalutare mai l’effetto che un bell’aspetto può avere sul tuo stato d’animo e sulla tua capacità di affrontare le sfide con sicurezza e determinazione.
Essere un uomo di Successo significa anche avere uno stile unico e distintivo. Non lasciarti travolgere dalle mode passeggiere, ma crea il tuo stile senza compromessi.
Scegli abiti che si adattano al tuo corpo e alla tua personalità, opta per tagli di capelli che ti valorizzino e sperimenta con accessori che ti contraddistinguono.
La tua Immagine è un’arma potentissima che ti permette di farti notare e per lasciare il segno nella mente delle persone con cui interagisci ed hai intenzione di concludere dei buoni affari.
Non lasciare nulla al caso.
Investi sulla tua immagine proprio come investi nella tua azienda.
L’aspetto professionale è un biglietto da visita che può aprire porte e creare opportunità di successo.
Non sottovalutare mai il potere che hai di influenzare le persone attraverso la tua immagine.
Sii l’uomo sicuro e vincente che sei destinato ad essere!
Quando si parla di Business ed in particolare della realizzazione di un’idea imprenditoriale, c’è un aspetto fondamentale che costituisce un vero e proprio problema e che scoraggia chi si affaccia per la prima volta nel mondo dell’imprenditoria, ovvero: la RICERCA DI FONDI PER FINANZIARE IL PROPRIO PROGETTO D’IMPRESA.
Non basta infatti solo avere un’idea imprenditoriale vincente, ma bisogna anche svilupparla e renderla reale attraverso l’impiego di risorse finanziarie!
Eppure esistono diversi metodi di approvvigionamento di fondi destinati all’apertura di un nostro progetto imprenditoriale.
Se un tempo le banche costituivano l’unico modo per ottenere capitali utili a finanziare un’attività, oggi invece esistono tante e diverse altre opportunità per questo scopo, tra le quali il CROWDFUNDING.
Il Crowdfunding, il cui termine nasce dall’unione di crowd, «folla» e funding «finanziamento», quindi Finanziamento Collettivo, si basa sulla raccolta di fondi da parte di un gruppo di persone per sostenere progetti personali o professionali, o ancora organizzazioni o piccole imprese.
Si tratta di una pratica di Microfinanziamento che permette di mobilitare persone e risorse, poiché è proprio sulle diverse piattaforme di Crowdfunding che si incontrano la domanda e l’offerta di fondi.
Insomma, una Forma di Finanziamento molto usata in realtà da Imprenditori e StartUp, e soprattutto da chi necessita finanziamenti per idee particolarmente innovative e che difficilmente riuscirebbero ad ottenere attraverso il tradizionale metodo degli Istituti Bancari.
Quindi, per chi è indicato questa pratica di raccolta di risorse?
Sicuramente si tratta di un metodo utile per l’appunto, ai Promotori di un Progetto che sono alla ricerca dei fondi utili per avviarlo, ma oltre a questi possono usufruire dei suoi benefici anche gli Investitori interessati a progetti con rischi e rendimenti elevati.
Ma quali sono gli aspetti positivi e negativi di questo metodo di finanziamento?
La possibilità di ottenere dei rendimenti elevati, comporta inevitabilmente un aumento dei rischi più alti.
Soprattutto nel caso di Equity-crowdfunding dove, il rischio di perdere i propri risparmi è davvero molto elevato.
L’Equity-Crowdfunding è una tipologia di Crowdfunding che permette la raccolta di capitali di rischio.
Gli Investitori versano quindi, una somma per acquistare una quota del capitale dell’impresa, diventandone soci ed accettando così il rischio che il progetto possa fallire.
In caso di successo dell’iniziativa invece, non è detto che sia prevista la distribuzione dei dividendi.
Per quanto riguarda invece gli aspetti positivi, sicuramente il Metodo del Crowdfunding permette di raccogliere dei fondi in maniera trasparente, in quanto si tratta di un metodo che prevede l’identificazione, conforme alle leggi e quindi soggetta a normativa.
Inoltre solitamente vi è un vantaggio economico, è quello che viene definito come REWARD CROWDFUNDING, con la quale, a fronte di un contributo per la realizzazione di un prodotto o servizio, l’imprenditore accorda una “ricompensa” finanziaria, che prevede la fornitura dello stesso prodotto o servizio al finanziatore o ancora con una ricompensa immateriale, come l’opzione di pre-selling del prodotto prima del suo lancio sul mercato.
Un altro vantaggio consiste nella sua ampia portata.
Il crowdfunding permette di raggiungere nuovi investitori, sostenitori, seguaci, clienti e contributori in maniera ampia, per via della facilità di gestione delle transazioni finanziarie garantita dalla rete internet.
Per eseguire alcune azioni, oggi non è più necessario recarsi personalmente da un notaio o in un Istituto Bancario, ma è possibile eseguirli online con pochi e semplici passaggi.
Questo viene poi alimentato anche da un aspetto culturale.
Aumenta sempre più infatti la necessità delle persone di essere coinvolte in ciò che fanno, in ciò che acquistano ed investono, e il crowdfunding lo permette.
Un altro vantaggio a questo collegato, è che l’attività di crowdfunding può essere vista e utilizzata come strumento di marketing proprio per via della sua ampia portata, in quanto permette di raccogliere un seguito, di provare il mercato e di allungarne al contempo lo spettro geografico e quindi di raggiungere i potenziali clienti.
Quanto appena detto ci permette poi di captare altri due ulteriori ed importanti vantaggi, ossia la facilità delle operazioni e il vantaggio di creare relazioni.
La campagna di crowdfunding, la raccolta fondi, il suo lancio e chiusura è un processo che è possibile fare nella piena comodità delle mura di casa, rendendo ancora più semplice, pratico e veloce, la partecipazione a questa.
Ma quello che forse è il vantaggio principale dell’attività di crowdfunding, è il fatto che il coinvolgimento di partner, clienti, investitori e seguaci durante la campagna, costituiscono un potenziale asset dello stesso business.
Le relazioni che vengono a crearsi potranno essere utili anche in futuro per lo sviluppo e lancio di un progetto o servizio futuro e di conseguenza costituiscono la possibilità di allargare ulteriormente il mercato e la possibilità di crescita.
In conclusione, se hai bisogno di far decollare la tua idea di Business, ma sei frenato dall’aspetto finanziario, oggi esistono fortunatamente diversi metodi che ti permettono di ottenere in maniera semplice le risorse di cui hai bisogno.
L’attività di crowdfunding costituisce una valida alternativa al prestito bancario, e si presenta come uno strumento strategico per via del suo impatto sociale, che stimola le aziende a realizzare progetti a beneficio del territorio e comunità, ma soprattutto creando una community, pronta a seguire la nascita ed i progressi del tuo progetto!
Robot che da bravi pizzaioli impastano, infornano e tagliano la pizza.
Sembra una scena da film futuristico ed invece no: siamo a Parigi ed è il 2021.
Stiamo parlando della catena di ristoranti “Pazzi” in cui è possibile gustare una fantastica “pizza automatizzata al 100%”!
A quanto pare, ai due ingegneri e proprietari di questa catena, Sébastien Roverso e Cyril Hamon, sono stati necessari circa 8 anni di studio e ricerca per arrivare ad oggi, alla creazione di una pizzeria completamente automatizzata, in cui gli stessi ordini vengono effettuati attraverso smartphone e terminali touch.
Ovviamente il menù non poteva non essere all’altezza di questa novità tecnologica e quindi, grazie anche allo Chef Thierry Graffagnino, si è arrivati alla creazione di una lista di ben 15 pizze per le quali è anche possibile richiedere delle modifiche aggiungendo alcuni ingredienti a piacere.
Una volta inviato l’ordine, un primo robot, sposta un panetto di pasta posizionandolo su di una teglia che viene ben pressata e successivamente condita con salsa di pomodoro e gli ingredienti selezionati dal cliente.
A questo punto, sempre attraverso un braccio meccanico, la pizza viene infornata, non in un semplice forno, ma uno le cui capacità gli permettono di cuocere ben sei pizze alla volta, in soli 45 secondi.
Infine, le pizze vengono posizionate in un contenitore di cartone all’interno del quale vengono tagliate in quattro pezzi.
Questo procedimento di soli 4 minuti, non vede in alcun modo l’interazione umana e se pensate che il risultato ottenuto non sia dei migliori, beh, questa pizza robotizzata, a detta di chi ha avuto modo di provarla, sembra proprio essere alla pari di una classica realizzata da pizzaioli!
Nella gestione finanziaria dell’azienda, gli INVESTIMENTI e FINANZIAMENTI sono due elementi cruciali che ci permettono di capire “da dove arrivano i soldi e dove vanno a finire” in modo da avere traccia e controllo di ciò che avviene all’interno della nostra attività e verificarne anche la sua salute finanziaria.
La correlazione tra questi due è di fatti uno dei principi cardini sulla quale si basa la gestione aziendale poiché, una cattiva gestione di questi può portare ad una crisi finanziaria, per contro, una corretta gestione finanziaria aziendale è fondamentale per la vita dell’azienda, in quanto ci permette di ottimizzare i risultati del nostri business e di tutelarla nel medio-lungo termine.
Ma partiamo dall’inizio.
Per acquistare i beni impiegati all’interno dell’azienda, bisogna avere a propria disposizione una certa quantità di denaro liquido che può essere reperito da fonti esterne ovvero da banche e finanziatori.
Spesso in questo caso si tende a concentrarsi sulla quantità di soldi da reperire, mentre in realtà, è importante tenere in considerazione soprattutto delle CONDIZIONI di queste fonti di finanziamento.
Uno degli errori più comuni ad esempio, è quello di considerare solo il COSTO DELL’INDEBITAMENTO, ossia il tasso di interesse da sostenere per i soldi presi in prestito, mentre bisognerebbe tener conto non solo di questo, ma anche della SCADENZA TEMPORALE DEL FINANZIAMENTO, quindi il tempo entro il quale deve essere rimborsato al creditore!
Un aspetto importante è il fatto la correlazione temporale che vi è tra gli investimenti e finanziamenti.
Infatti, la scadenza temporale dei finanziamenti deve seguire quella degli investimenti, questi ultimi costituiti da immobilizzazioni o capitale circolante.
Nel primo caso, quando si parla di immobilizzazioni, la loro liquidità si traduce nel lungo periodo, oltre i 12 mesi, mentre per il capitale circolante questo avviene nel breve, entro i 12 mesi.
In base al tipo di investimento, quindi, bisogna aspettare che questo si traduca in denaro. e lo stesso vale per i finanziamenti,
Allo stesso modo, anche per quanto riguarda i finanziamenti, c’è un determinato tempo per pagare alcuni finanziamenti, che può essere entro oppure oltre i 12 mesi, ed è dunque questo il periodo temporale entro il quale è necessario pagare il finanziamento.
Tenere conto di questo aspetto temporale ti permette di evitare situazioni che mettono in crisi la liquidità in quanto una non corretta valutazione delle date di scadenza può portare l’azienda a ritrovarsi a dover pagare i debiti prima ancora di monetizzare gli investimenti!
Quindi, per una corretta gestione, è importante che gli elementi del patrimonio destinati a rimanere investiti per lungo tempo in azienda siano finanziati con capitale permanente, vale a dire capitale proprio e capitale di terzi a medio /lungo termine.
Per verificare la corretta correlazione temporale, rispetto alle scadenze, tra investimenti e finanziamenti occorre far ricorso all’analisi dei margini finanziari costituiti dal Circolante Netto, Margine di Tesoreria e Margine di Struttura.
Finanziamenti e Investimenti costituiscono inoltre un aspetto fondamentale all’interno del BUSINESS PLAN, il documento programmatico e strategico per la gestione dell’azienda e che ci permette di valutare la sostenibilità economica e finanziaria del progetto.
Li ritroviamo più specificamente nella sezione dedicata alle informazioni utili a capire il fabbisogno finanziario necessario per mettere in atto gli obiettivi di breve e medio periodo e strategie per raggiungerli.
Ma come valutare un investimento e come stabilire qual è l’alternativa più conveniente?
Dal punto di vista teorico, nell’ambito della matematica finanziaria ci sono diversi calcoli da effettuare che vanno dal Valore Attuale di una Rendita Futura dovuta nel caso di finanziamento o investimenti, al TIR-Tasso Interno di Rendimento, ossia il tasso annuale di ritorno effettivo che genera un investimento, o ancora il TAN o TAEG nel caso di valutazione di offerte di vendita.
Ma oltre a questo ci sono altri aspetti da dover valutare:
1. LA SUA LIQUIDITÀ E REDDITIVITÀ
Come anticipato all’inizio di questo articolo, bisogna tenere conto non solo del costo dell’indebitamento ma anche di diverse sue caratteristiche quali in prima battuta la sua liquidità, quindi il tempo necessario per la sua monetizzazione, preferendo ovviamente il finanziamento che presenta tempi più brevi.
Per redditività invece, si intende il suo rendimento dato dal reddito ricavato, incremento di valore o entrambi.
2. CALCOLO DEL SUO RENDIMENTO
Nel calcolo del rendimento di un investimento bisogna considerare apprezzamenti o deprezzamenti del capitale quindi tutti gli aspetti accessori dell’investimento.
Un esempio è il canone di affitto nel caso di un appartamento o un possibile aumento o svalutazione dell’immobile collegato agli andamenti di mercato.
3. POSSIBILE INFLAZIONE
L’inflazione è un fenomeno che, seppur collegato a determinati periodi e situazioni economiche, costituisce una forma di erosione del capitale, o meglio, del suo potere d’acquisto nel tempo.
L’ideale sarebbe quindi prendere in considerazione un investimento che riesce e preservare il potere d’acquisto e che permette al contempo un guadagno, al netto dell’inflazione.
4. RISCHI COLLEGATI
Nella valutazione dell’investimento è fondamentale stimare la probabilità di perdita o la possibilità di non raggiungere i risultati attesi.
Tieni conto quindi di ogni possibile rischio, come quello specifico e tipico dell’ambito finanziario che non è possibile calcolare, il rischio emittente e gestore, collegato quindi alla bravura del gestore o ancora dello stesso rischio di liquidità nel caso in cui si voglia disinvestire.
E per quanto riguarda invece i finanziamenti?
1. VALUTA IL TASSO TAN E TAEG
Anche qui, dal punto di vista teorico, è importante considerare il TAN e TAEG, ossia il Tasso Annuo applicato al prestito al netto di spese accessorie, ed il Tasso Annuo Effettivo Globale, comprensivo invece di tutte le spese che contribuiscono ad aumentarlo.
2. ATTENZIONE AI FINANZIAMENTI A TASSO ZERO
Non lasciarti ingannare!
A volte, nell’espressione generale di tasso pari a 0 si fa riferimento esclusivamente al TAN e non al TAEG che mantiene comunque dei costi.
3. VALUTA LE SPESE ACCESSORIE
Parliamo delle spese accessorie come Costi di istruttoria, Eventuale Assicurazione, Imposta di Bollo per il contratto o ancora le Spese di chiusura del finanziamento.
Come detto precedentemente, tutte queste spese accessorie le ritroviamo nel TAEG, dunque è importante rivolgere la massima attenzione verso questo Tasso e considerare ovviamente quello più basso possibile.
4. A PROPOSITO DI ASSICURAZIONE..
Una eventuale assicurazione costituisce una spesa accessoria non indifferente, e molto frequentemente viene richiesta dalla banca la sua sottoscrizione, molte volte però questa non è obbligatoria!
Raccogli tutte le informazioni a proposito per valutare di saltare questo passaggio che farebbe crescere il costo del prestito.
Quanto detto sino a ora a proposito dei finanziamenti, fa riferimento a prestiti da istituti bancari e finanziarie.
Valuta anche altre fonti di finanziamento e tieni conto anche della tua capacità di restituzione.
Il Business Plan è uno strumento di gestione aziendale, che descrive un progetto imprenditoriale.
Le finalità per le quali viene solitamente utilizzato sono diverse ed in particolare questo viene
utilizzato per:
FORNIRE UNA GUIDA STRATEGICA.
Permette di definire gli obiettivi da raggiungere, soprattutto quelli a breve e medio termine
che permettono di disegnare il percorso da intraprendere, passo dopo passo per raggiungere obiettivi più grandi.
DEFINIRE I PUNTI FORZA E DEBOLEZZA di un progetto imprenditoriale.
FORNIRE DELLE INFORMAZIONI BASE PER COSTRUIRE LA STRUTTURA FINANZIARIA, quindi permette, attraverso delle informazioni dettagliate, di quantificare il fabbisogno finanziario ed individuare le fonti di finanziamento per aumentare il capitale aziendale o necessario per il progetto.
REPERIRE FINANZIAMENTI E POTENZIALI FINANZIATORI.
Si tratta di un documento di gestione fondamentale per ogni azienda, che viene redatto solitamente in ogni fase della vita di un’impresa durante la quale vi è un incremento di ricavi e di dipendenti, quindi durante la fase di Start-Up, ossia di avvio, di sviluppo e successivamente in una fase di maturità.
Ma quali sono le sezioni fondamentali da inserire in un Business Plan?
Come fare per ottimizzarlo e renderlo vincente?
Ecco una lista dei punti fondamentali da tenere in considerazione e sviluppare.
1. EXECUTIVE SUMMARY
L’Executive Summary è la parte più importante del Business Plan, si tratta della sezione iniziale che illustra l’idea del progetto, che contiene gli elementi più rilevanti di questo e soprattutto che permette di esporre in poche pagine la sua unicità e validità.
È proprio in questa sezione che bisogna indicare in maniera chiara quali sono i prodotti o servizi coinvolti nel progetto e spiegare in maniera dettagliata, attraverso un’analisi, quali sono gli obiettivi concreti, i mercati di riferimento, ma anche i trends di crescita.
Nella redazione di questo documento ed anche di questa sezione, è bene supportare ogni affermazione con dati e numeri chiari che ovviamente, devono quadrare.
Per quanto riguarda invece il tipo di scrittura, un buon suggerimento è quello di adottare un tipo di scrittura professionale e puntuale, evitando termini ambigui e vaghi come ad esempio “probabilmente” o “forse”, optando invece per una modalità di linguaggio più sicura e decisa.
2. LA DESCRIZIONE DELL’IMPRESA
Una successiva sezione va poi dedicata ad approfondimenti relativi alla società, per mostrare la natura dell’impresa e le sue caratteristiche fondamentali.
Si parte quindi dalla Mission per poi passare agli obiettivi di medio e lungo termine, punti forza e debolezza, sino ad arrivare alla forma giuridica ed al suo organigramma.
In breve e più specificamente, i punti da inserire sono:
• La descrizione del Settore nella quale opera l’azienda;
• Gli obiettivi dell’azienda;
• I fattori che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi;
• I punti forza della società ma anche successi già raggiunti, nel caso di capitalizzazione o avvio di nuove iniziative complementari;
• I punti di debolezza e criticità che costituiscono delle difficoltà per il successo dell’azienda, ma che devono essere monitorati e che possono essere eliminati.
3. PRESENTAZIONE E DESCRIZIONE DI PRODOTTI O SERVIZI
Qui, l’attenzione si sposta su quelli che sono i prodotti o servizi dell’impresa quindi le loro caratteristiche, ciò che li differenzia da altri e ciò che li rende competitivi.
In particolare è bene inserire le caratteristiche fisiche del prodotto:
• La loro finalità di impiego;
• Cosa li distingue da altri;
• Le fasi di sviluppo del prodotto;
• I dettagli dei prodotti/servizi (ad esempio i vantaggi che offre al cliente, listini e politiche di
prezzo, le componenti principali del prodotto, trends di vendita e marginalità del prodotto, ecc.).
4. ANALISI DEL SETTORE IN CUI L’AZIENDA OPERERÀ ED ANALISI DI MERCATO
In questa sezione, è necessario fare un’analisi del settore o dei settori nella quale l’impresa opererà e come verranno ripartite le risorse.
In questo modo è possibile creare una rappresentazione dello scenario nel quale l’azienda opera, utile a definire ulteriormente i vantaggi competitivi, fattori critici di successo e le principali minacce.
Con l’analisi di mercato invece, vengono elaborati i dati che permettono di disegnare l’ambiente in cui l’azienda va a collocarsi.
In questo caso bisogna considerare i fattori chiave che guidano le scelte d’acquisto dei potenziali clienti ed altri dettagli che variano in base alla tipologia d’impresa, ma che in ogni caso, attraverso la precisione di dati, permettono una rappresentazione dell’ambiente economico e delle dinamiche del mercato.
5. INSERIRE LA STRATEGIA DI MARKETING
L’analisi di mercato pone le basi per quelle che dovranno essere poi le strategie di marketing da applicare che costituiscono le linee guida che l’azienda deve seguire nel medio-lungo periodo per raggiungere i propri obiettivi.
6. STRUTTURA DEL MANAGEMENT AZIENDALE
Un’altra sezione molto importante è quella della struttura del management e lo è soprattutto se l’obiettivo è quello di conquistare dei potenziali investitori.
Ciò che determina il successo o il fallimento di un’idea di Business già di per sé valida, sono proprio le persone che vi operano all’interno e soprattutto che agiscono nell’area amministrativa.
Si tratta pertanto di una sezione che necessita particolari attenzioni e che possiamo schematizzare in tre fasi:
• Identificazione delle funzioni aziendali, nel quale vengono indicate ad esempio l’area
di produzione, di vendita, di ricerca e sviluppo ecc;
• Indicazione delle caratteristiche e competenze di ciascuna funzione, in questo caso è possibile ad esempio specificare i criteri di selezione in previsione di un ampliamento dell’organico;
• Presentazione delle Persone o meglio, dei curricula delle personalità chiave.
7. PIANO OPERATIVO
Il Piano Operativo mostra nell’atto pratico i passi da intraprendere per realizzare l’idea e vision presentata precedentemente.
Quindi questa fase considera i processi che si possono definire in breve termine ma anche quelli cui si punta nel medio e lungo periodo.
In questo caso è necessario descrivere problemi e soluzioni relativi a:
• Organizzazione pratica e procedurale del lavoro;
• Organizzazione pratica e
procedurale del capitale investito nei processi di produzione;
• Organizzazione pratica e procedurale degli approvvigionamenti delle
materie prime;
• Tecniche produttive e di fornitura utilizzate;
• Politiche adottate con la forza vendita;
• Politiche adottate con i fornitori.
Questi contenuti possono essere esposti seguendo 4 ulteriori punti chiave, quali:
1. Sviluppo del Prodotto, che esprime le scelte strategiche utili a migliorare il prodotto;
2. Processi che riguardano la Produzione, che contengono una previsione dei flussi
di cassa e le possibilità di ampliamento;
3. Assistenza post-vendita nei confronti del cliente, tenendo conto della internalizzazione
o esternalizzazione ma anche fidelizzazione;
4. Fattori esterni che influenzano la produzione, come le risorse produttive, cambiamenti di
abitudini dei clienti, innovazioni tecnologiche e/o cambiamenti nell’ambito normativo.
8. ANALISI FINANZIARIA
Durante la stesura del Business Plan, la fase più delicata è sicuramente quella in cui si affrontano le informazioni finanziarie e nella quale vengono identificati i capitali necessari.
In particolare, gli aspetti da trattare ed esaminare sono:
-Quanto costa avviare l’impresa presentata nel business plan
-La reperibilità dei finanziamenti, cioè se sono necessarie delle fonti di finanziamento o se è previsto un auto-finanziamento
-Eventuali piani di ammortamento che riguardano i macchinari
-Dettagli sul cliente tipo e tempi di pagamento previsti
Questa sezione è fondamentale sia se lo scopo del Business Plan è quello di trovare finanziatori del progetto, ma anche per capire se l’effettiva copertura finanziaria è idonea all’impresa.
Scrivere un Business Plan infatti, è utile non solo nella fase di avvio di un nuovo progetto per la ricerca di investitori, ma anche per individuare delle lacune del progetto imprenditoriale e di avere una chiara visione dei finanziamenti necessari e disponibili, prima di ritrovarsi direttamente di fronte al problema.
Hai delegato la creazione di un nuovo logo perchè è tua intenzione Registrare il Marchio?
Hai delegato il restyling o un rebranding alla tua agenzia di comunicazione per la creazione del tuo nuovo marchio registrato?
In questo articolo troverai molte informazioni che potrebbero farti balzare dalla sedia!
Il pericolo di non avere un marchio registrato qual è?
Una bomba ad orologeria sotto il materasso e di conseguenza una potenziale grande rottura di scatole e tanti, TANTI soldi da buttare per non averlo fatto.
È già successo e l’abbiamo fatto.
Di cosa si tratta?
Di salvare il culo ad alcuni Titolari di attività vittime e rei di aver utilizzato un marchio già registrato.
Come l’abbiamo risolto?
Purtroppo a spese dell’imprenditore facendo un altro marchio!
Cosa hanno dovuto subire questi imprenditori?
Smantellare tutto il negozio e buttare tutti i materiali nonché dover rifare tutto da capo!
Immagina cosa significhi smantellare insegne e tutti quei suppellettili nei negozi ai quali era stato affrancato ovunque il marchio, che purtroppo però ha già un proprietario!
Mi è già successo 2 volte un caso del genere e di dover quindi attivare BrandFatto®, il mio Team di Designer specializzati in Brand Positioning per sistemare la situazione (nel primo caso nel 2007 nell’altro nel 2001!!!).
In questi casi di chi è la responsabilità? Del “cuggino”? Di Canva? Dell’agenzia?
Questi imprenditori hanno chiesto i “danni” al grafico che ha creato il disegno del marchio per loro? No!
Questi imprenditori avrebbero potuto chiederglielo? Nemmeno!
Puoi chiedere ad un Fabbro di costruirti una spada ma non puoi chiedergli i danni se poi questo taglia, ferisce o uccide se la usi!
Nel momento in cui utilizzi e/o DEPOSITI un marchio il responsabile dei diritti, dei vantaggi e degli svantaggi sei Tu e nessun altro.
“Dura Lex sed LEX!”
(La legge è dura ma è la legge!)
Il mondo dei marchi registrati è un mondo ostico fatto da interpretazione della legge, molto spesso di giudici assurdi e come sempre la legge non ammette ignoranza.
Se deleghi il marchio a qualcuno non puoi dire “eh! ma io sono un artigiano mica posso sapere queste cose”.
Quello dei marchi registrati, proprio perché è ostico, ma molto sottovalutato, è anche il mondo fatto di persone che ignorano le dinamiche di registrazione di un marchio e che le rende molto spesso vittime di BLUFF!
E qui mi viene in mente la famosa scena di poker di Adriano Celentano…
Dalla mia esperienza c’è una costante fissa in questo settore:
Il 90% delle cause evitate vengono chiuse con un accordo.
Il 90% delle cause aperte oggi arrivano dalle richieste di opposizione derivate dalle SIMILITUDINI a volte comprensibili altre volte veramente assurde.
Casi di similitudini ce ne saranno sempre di più.
Le domande di Deposito del Marchio aumentano di anno in anno:
(dati ufficiali della CCIIAA UIBM)
Cosa non possa essere “simile” oggi è davvero un mistero.
A volte però la similitudine fra marchi registrati nonostante i controlli, verifiche di disponibilità fatte dal grafico o dalle agenzie di marketing PRIMA e dalle ricerche di anteriorità fatte dagli studi legali DOPO, possono non essere sufficienti.
Se il titolare di un marchio registrato anteriore, della stessa categoria o di una simile, ritenesse non sufficientemente distinguibile e differente il tuo marchio dal suo può opporsi alla tua domanda di registrazione del marchio.
Questo significa solo una cosa: devi accettare il rischio per procedere.
Questo perchè nessuno, nemmeno gli avvocati che lo fanno per professione potranno mai garantirti che nessuno avanzerà un’opposizione al tuo marchio e, quindi, in nessun caso si può prevedere se qualcuno mai ti verrà a dire: “Il tuo marchio è simile al mio e crea confusione nel settore/mercato”.
Questo passaggio è fondamentale da comprendere nel momento in cui decidi di creare un marchio nuovo.
Quando depositi una domanda di registrazione di un marchio IN ITALIA, la Camera di commercio (nella figura dell’UIBM) si limita a prendere i soldi, farti pagare le marche da bollo, depositare la domanda e…. Basta!! Non farà mai nessuna verifica!
Ah! Ovviamente devi comunque stare attento a quei marchi che hanno esteso la registrazione in Europa o in tutto il Mondo.
Quanto tempo serve per Registrare il marchio dopo il deposito?
I tempi di registrazione della domanda sono biblici in Italia!
Per iniziare ad usare il tuo nuovo marchio in teoria dovresti aspettare prima la pubblicazione sulle gazzette ufficiali, poi aspettare tre mesi e solo dopo poter iniziare ad utilizzarlo.
Senza considerare che comunque chiunque ha almeno altri 5 anni per poter fare opposizione! Roba da pazzi!
Tempi inaccettabili per il Business.
Lo sai tu, Lo so io e Lo sa lo Stato!
Ovviamente se tutto fosse sempre così comune non esisterebbero più marchi!
Quindi se questa lettura sul mondo dei marchi registrati ti ha chiarito alcuni passaggi e ti senti impaurito o scoraggiato beh…tranquillizzati!
È semplicemente la normalità.
Piccola digressione: Lo Stato chiede a noi di fare quello che lui non fa bene.
Basta dire che i bilanci di qualunque istituto ministeriale sono in rosso da sempre e poi chiedono a noi imprenditori di pagare le tasse.
Vabbè…ma torniamo a bomba sui Marchi Registrati.
Quello che devi sapere è che registrare un marchio non significa solo depositare VISUAL – NAMING (e TAGLINE).
Sapevi che potevi registrare anche suoni, forme e molto altro?
Bene a farne le spese questa volta è la LIDL che perde la costosa causa contro la LINDT per un coniglietto troppo simile.
Ribaltando la sentenza di primo grado, i giudici elvetici hanno messo fine a una querelle che dura da anni: ecco come e cosa succederà a milioni di bonbon pasquali.
Marchio registrato: Anche il “principe” Harry ha perso la causa!
Ecco un altro caso emblematico di grande personaggio che perde una causa per un marchio Simile.
Marchio Registrato: ecco il caso della maxi causa di Lamborghini.
Qui pensavano di fare la trovata del secolo chiamare una paninoteca “Lamburghino”, usare come visual un Toro e come font lo stesso di Lamborghini.
È chiaro che il paninaro si è affidato a qualche “cugggino” o quale freelance con nulla esperienza.
200.000€ di danni non farebbero dormire nessuno.
Quindi se credevi che i super esperti ci sono solo nelle multinazionali dove un errore non viene mai commesso perché li ci sono quelli “studiati”, bhe… smettila!
MORALE: Come vedi sono cose che, nel mondo delle registrazioni dei marchi, succedono anche alle multinazionali.
Qualcosa che forse non sapevi sulla registrazione di un marchio.
A seconda degli elementi che lo compongono è possibile inoltrare la domanda di registrazione di diversi tipo di marchi.
Ecco le seguenti tipologie di marchio:
Oltre queste tipologie, che costituiscono le più diffuse, sono possibili anche i seguenti:
I marchi sonori, di movimento, multimediale e olografico sono di recente introduzione nella disciplina nazionale.
L’UIBM provvederà, con apposite circolari esplicative, a fornire le informazioni necessarie per un corretto deposito.
Sul sito di Altalex trovate una guida corposa sull’argomento.
Conclusione sulla registrazione di un marchio.
Se vuoi fare l’imprenditore il tuo progetto ha bisogno di un marchio registrato.
Affidati a dei professionisti sia per la fase creativa sia per la fase legale per diminuire del 90% la possibilità che qualcuno possa farti opposizione, sapendo che “opposizione” non significa che hai perso una causa.
PS. Sarei curioso si sapere cosa succederebbe se si scatenasse BARILLA o MULINO BIANCO con tutte le mezze copie di biscotti e biscottini che è possibile vedere sul mercato.
PPS. La creazione di un marchio ha bisogno di tempo. Dedicagli il giusto tempo se vuoi ricevere i giusti benefici economici, di audience e di soddisfazione personale quando un giorno farai il cash-out vendendo tutto.
Quello che definisce un Businessman è il suo essere investitore, ciò che invece differenzia un Businessman di Successo dagli altri, è la sua abilità non solo nella gestione del denaro ma soprattutto nel captare le giuste opportunità di investimento e guadagno.
Quando un imprenditore decide di fare impresa ed avviare una propria attività, assume inevitabilmente il Rischio di Impresa che riguarda l’aspetto economico, finanziario, patrimoniale e reputazionale.
Quest’ultimo in particolare, è difficile da determinare nella fase iniziale di avvio dell’attività imprenditoriale.
Inoltre, come saprai, creare un’azienda a partire da zero non è affatto semplice! Individuare e studiare il proprio mercato di riferimento, definire la Mission Aziendale, la creazione di una Brand Identity efficace, la formazione di un gruppo di lavoro idoneo al progetto ed anche sostenere tutte le spese collegate all’avviamento e promozione dell’attività, sono azioni che richiedono tempo ed energie.
Oltre a questo c’è uno scoglio molto importante da superare, ovvero la diffidenza del pubblico. Per le Nuove Attività emergenti è difficile farsi conoscere, ma soprattutto è difficile abbattere il muro di diffidenza che il pubblico alza di fronte a nuove proposte e nuove aziende, portandolo a preferire attività storiche con la quale si è instaurato un rapporto di fiducia e/o attività rinomate del settore.
Investire in un Franchising invece, ti da la possibilità di aprire LA TUA ATTIVITÀ partendo non solo con già tutto il necessario, ma soprattutto con una base solida in termini di reputazione, autorevolezza e quindi affidabilità che l’azienda madre ti garantisce.
Ciò significa che non dovrai fare immensi sforzi, consumare tempo, energie e si, anche denaro, per farti conoscere e per conquistare la fiducia dei potenziali clienti, aspetto fondamentale per la vita della stessa azienda e per il raggiungimento degli obiettivi finanziari prefissati.
L’affiliazione commerciale ti permette di entrare nel mercato e di avere un pubblico che sa già chi sei, cosa fai e che può fidarsi di te, ma ci sono anche altri aspetti positivi oltre a questo.
Avere una Grande Azienda alle spalle che ti da assistenza, semplifica di gran lunga il tuo Business e ne alleggerisce in certi termini anche l’organizzazione, se si pensa ad esempio, al lato formativo del personale.
Si tratta in breve, di replicare con semplicità un’attività di successo e che funziona, invece di assumersi il peso e le responsabilità tipiche di un’Azienda appena nata.
Il Salone Barbus – Barbieri per Businessman, oggi ti da l’opportunità di investire su di lui, di diventare anche tu un Barbiere per Businessmen, e inevitabilmente, di diventare tu stesso un Businessman!
Il Progetto Barbus nasce nel 2017, dalla innovativa idea di dare un significato differente al classico concetto di Salone da Uomo e rafforzare invece quello della tradizionale Barberia Italiana, storicamente identificata come un momento di ritrovo per gentiluomini.
L’innovativa idea di Barbus unisce questa storica tradizione con le nuove esigenze del gentleman moderno, oggi riconosciuto proprio nella figura del BusinessMan.
In questo modo siamo riusciti a realizzare un progetto che risponde appieno alle esigenze del suo target di clientela, che non si identifica come un semplice Salone da Barbiere, ma un vero e proprio centro dinamico e punto di riferimento per BusinessMen della Metropoli.
Ogni anno, con l’arrivo delle temperature miti e le prime giornate di sole, ci sentiamo particolarmente energici, di buon umore e soprattutto non riusciamo a non pensare alle nostre prossime vacanze estive.
Manca poco e finalmente possiamo mettere da parte le questioni di ogni giorno per concederci il nostro tanto meritato relax!
Il mare con il suo odore inconfondibile, la sabbia calda ed il sole pungente sulla pelle sono davvero dietro l’angolo ed è arrivato per noi il momento di prepararci alla nuova stagione, come?
Scegliendo il prodotto giusto per proteggerci al meglio. La crema solare è un prodotto Must Have della stagione estiva, ma spesso non abbiamo la reale consapevolezza di quanto sia importante per la nostra pelle, come agisce su di essa e come scegliere quella adatta a noi. Tra le diverse categorie di prodotti, le creme solari, per via del loro effetto protettivo, rientrano nella categoria dei cosmetici.
La loro funzione è appunto quella di proteggerci dalle radiazioni ultraviolette, fattore di rischio per lo sviluppo di melanoma ma anche di alcune forme di tumore della pelle.
Per questo motivo, è importante proteggere sempre la nostra pelle, non solo da adulti ma in qualunque età.
Bisogna però fare una precisazione: le tipologie di radiazioni ultraviolette sono differenti e non tutte sono pericolose allo stesso modo.
In base alla loro lunghezza d’onda possiamo distinguere:
Raggi UVA, che rappresentano il 95% dei raggi UV ed alla quale siamo sottoposti per tutto l’anno. Si tratta di una radiazione che penetra nello stato più profondo dell’epidermide ed è quindi la principale causa del fotoinvecchiamento.
Raggi UVB, invece costituiscono solo il 5% dei raggi UV e sono presenti nel periodo che va dal mese di Aprile a quello di Ottobre. Questa tipologia di raggi ultravioletti agisce nella parte più superficiale della pelle e può provocare eritemi e scottature.
Infine, i Raggi UVC che sono quelli più pericolosi ma che non costituiscono un rischio per la nostra salute perché filtrati dall’ozono. Quando si parla di protezione solare però, si fa riferimento ad un prodotto che ci protegge esclusivamente dai raggi UVB e solo se specificato, anche dai raggi UVA.
Protezione 10, 30, 50 … cosa significa questo numero e come facciamo a capire quello adatto a noi?
L’SPF, ovvero il Fattore di Protezione Solare, viene indicato proprio da questi numeri ed indica la capacità del prodotto di “bloccare” i raggi solari, oltre che al tempo necessario per produrre una scottatura della pelle con o senza filtro. Molto spesso siamo portati a pensare che con un prodotto dalla protezione particolarmente alta come ad esempio 50, non possiamo ottenere quella tintarella che desideriamo tanto avere almeno nei mesi estivi.
In realtà, questo prodotto nello specifico, ci protegge dal 98% delle radiazioni ultraviolette UVB e non esistono oggi, dei prodotti che creano uno schermo totale.
A prescindere dal grado di protezione, le creme solari permettono ai raggi di raggiungere la pelle, garantendo una pelle abbronzata ma protetta.
Ma quali sono i fattori che è bene tenere in considerazione nella scelta di una emulsione solare?
Fototipo: la classificazione della pelle in base al fototipo, si basa sulla quantità di melanina in essa presente. Tra i 6 fototipi esistenti, quelli identificati nella numerazione più bassa, quali 1 e 2, hanno meno melanina e necessitano di una protezione più alta. Al contrario, le pelli più scure, con maggior melanina ed identificate con una numerazione più alta, possono utilizzare una protezione più bassa.
Tempi e Luoghi di esposizione: Bisogna tenere in considerazione anche la modalità di esposizione al sole. In alta quota infatti, le quantità di radiazioni uv filtrate sono più basse rispetto a quelle in bassa quota, di conseguenza è meglio preferire una protezione più alta nel primo caso, anche se siamo di fronte ad una pelle non particolarmente chiara. Tipo di Pelle e presenza di malattie cutanee: Alcune tipologie di pelle sono facilmente irritabili o più predisposte rispetto ad altre ad allergie e dunque è meglio proteggere maggiormente la pelle. Nella classificazione dei diversi Fototipi di pelle, la quantità di melanina presente nella pelle è un fattore determinante.
Ma cos’è la melanina e perché è importante? La Melanina è un pigmento che viene sintetizzato all’interno delle cellule ed ha un’azione protettiva per la nostra pelle nei confronti dei raggi ultravioletti che viene sviluppata naturalmente dal nostro corpo nel momento in cui ci esponiamo al sole. In realtà, ognuno di noi ha due tipi di melanina di diversa colorazione e la cui attività svolta da entrambe, costituisce il colore dell’abbronzatura.
Quando ci esponiamo al sole, nella fase iniziale abbiamo un aumento della pigmentazione della pelle che non deriva dalla produzione della melanina ma dall’ossidazione di quella già presente nella pelle. Dopo qualche giorno avviene invece la pigmentazione ritardata, che consiste nella produzione di nuova melanina. In un momento ancora successivo, questa viene espulsa per via della desquamazione della pelle che si ha tipicamente al rientro delle vacanze.
Ma quali sono i rischi di una prolungata esposizione al sole o effettuata senza protezione?
Il più delle volte, quello che rischiamo è una scottatura che si risolve in poco tempo perché limitata agli strati superficiali della pelle.
Altre volte invece, è possibile raggiungere uno stato più grave come un eritema, un’infiammazione della pelle che coinvolge gli strati più profondi e può evolvere in macchie cutanee.
Ma il rischio a cui andiamo incontro nel corso del tempo e, per questo motivo tendiamo a non considerarlo è il Fotoinvecchiamento. La nostra pelle subisce nel tempo un fisiologico processo di invecchiamento che può essere però accelerato da una esposizione solare priva di adeguata protezione. Per tutti questi motivi è fondamentale evitare di esporsi al sole nelle ore di punta e soprattutto utilizzare la protezione solare adatta alle esigenze della nostra pelle, ci permette di avere una pelle abbronzata ma protetta e di evitare situazioni poco piacevoli come eritemi e scottature.
Tra i prodotti BARBUS® trovi la nostra linea di solari dalla formulazione priva di parabeni, sles ed sls, che rispetta la tua pelle e dall’azione filtrante sie per raggi UVB che raggi UVA.
Vieni a scoprire i nostri prodotti all’interno del nostro salone o sul nostro shop online!
La barba è uno degli accessori più versatili che un uomo può usare per esaltare la propria immagine.
Per essere sicuro di valorizzare il proprio volto e non rischiare al contrario, di appesantirlo, è importante tenere conto delle proprie caratteristiche, così da esaltare i punti forza e nascondere i difetti.
In questo modo possiamo sfruttare la forma e lo stile della barba per creare un maggiore equilibrio tra le diverse aree del volto e rendere più armoniosa la nostra immagine.
Per chi ha un viso tondo, ad esempio, è consigliato far crescere la barba in modo da far sembrare il viso più lungo e magro e creare quelle linee spigolose di cui è carente.
Al contrario, per chi ha un volto dalla forma più allungata e triangolare, meglio optare per uno stile pulito, quindi per una barba corta o medio-lunga ed evitare stili di barba che concentrano la lunghezza sul mento, ossia la parte del volto che bisogna “smussare” e non enfatizzare.
Ma vediamo insieme come individuare lo stile perfetto per te!
Prima di ogni cosa è necessario identificare la forma del proprio volto.
Fermati qualche minuto ad osservarla: si sviluppa in altezza? Ha forme tondeggianti o spigolose? Guarda con attenzione le linee del tuo volto e più precisamente l’area delle mascelle e del mento, per capire a quale categoria di volto appartieni, se il tuo è quindi un viso dalla forma quadrata, tonda, rettangolare o ancora, ovale.
Per un viso dalla forma quadrata e dalla mascella pronunciata meglio esaltare la parte inferiore della barba, lasciando i peli più folti e lunghi sulla parte del mento, e facendo attenzione a mantenerli più corti sui lati.
In questo modo, addolciamo i tratti spigolosi laterali dando maggiore proporzionalità al viso.
Una barba ideale?
Quella in stile Hollywood caratterizzata da un bordo leggermente più basso rispetto al centro della guancia e che si unisce alle basette.
Il viso rotondo, dalle linee semplici e guance piene ha invece bisogno di maggiore volume nella zona più bassa così da “allungare” la forma e dare maggiore simmetria.
In questo caso, meglio preferire uno stile più dettagliato ai lati della bocca e al mento.
La barba o pizzetto alla Balbo è una barba priva di basette che interessa principalmente il mento e che prevede baffi ben definiti, che permette di dare maggiore attenzione alla parte bassa del volto, minimizzando così la rotondità del volto.
Una fronte e mento allungati e dai lineamenti netti, sono tipici della forma rettangolare.
In questo caso, per dare morbidezza a questa forma, l’ideale è dare maggiore volume sulle zone laterali e baffi, mantenendo corta la zona del mento.
Per uno stile più particolare, la Barba Wolverine è perfetta proprio per la presenza di basette super definite e folte.
Tra le altre però, la forma più diffusa è quella ovale, con zigomi regolari, mento e fronte equilibrato.
Questa tipologia di volto si adatta a quasi tutti gli stili di barba, soprattutto quelli dal tono ordinato.
Per evitare di rovinare la sua natura simmetrica, meglio non scegliere stili particolari e dalle diverse lunghezze.
La Barba Corporate è l’esempio tipico di barba a cui fare riferimento.
Una barba dalla lunghezza media, uniforme per ogni lato e soprattutto ben curata ed ordinata e per questo accettata in ambito aziendale.
Le tipologie di barba possibili da realizzare sono davvero tante e tutte personalizzabili in base allo stile personale di ogni uomo ed alle caratteristiche proprio volto.
Quello che è importante tenere a mente è che, per rendere più armonioso il proprio viso ed esaltare la propria immagine, possiamo sfruttare la nostra barba in modo da compensare quelle zone che hanno bisogno di un maggiore o minore volume.
Prenota subito una consulenza e realizziamo lo stile più adatto a Te!
-Intervista a Roberto Re-
Ciao Roberto, innanzitutto benvenuto e… auguri! Visto che HRD Training Group, la tua storica società di formazione fondata nel 1992, ha da poco compiuto trent’anni.
Oggi hai un team di oltre 150 collaboratori distribuiti in 37 centri in tutta Italia, hai registrato circa 500.000 partecipanti ai corsi e oltre 1.000.000 di libri venduti.
Come ti fa sentire questo traguardo?
Ti ringrazio. È sicuramente un traguardo straordinario di cui sono fiero e orgoglioso. Trent’anni fa quando abbiamo iniziato, in Italia nessuno sapeva cosa fossero il Coaching e la Programmazione Neuro Linguistica.
Pochissimi investivano nel proprio miglioramento personale. Siamo stati dei veri pionieri, abbiamo dato vita a qualcosa che non esisteva e questo è senza dubbio ciò che più mi rende felice.
Trent’anni sono sicuramente molti per un’azienda di formazione come la mia. Ma se oggi taglio questo traguardo è anche grazie al lavoro del mio team.
Un gruppo eccezionale fatto di persone umanamente e professionalmente straordinarie (soci, manager, direttori dei centri Fly e collaboratori in ogni parte d’Italia) che ogni giorno si impegnano a fare la differenza per gli altri.
Hai raggiunto questo traguardo in un periodo “particolare” e ricco di cambiamenti. A proposito di questo, sappiamo che il tema del cambiamento ti è particolarmente caro…
Assolutamente si, visto che il cambiamento – a prescindere dagli eventi degli ultimi anni – è una parte inevitabile della vita di ogni persona. Oggi chiunque di noi è chiamato a misurarsi continuamente con il cambiamento, spesso repentino, imprevedibile e spiazzante.
La maggior parte di noi però ha sviluppato una grossa resistenza al cambiamento: stress, tensione, ansia, paura, sono le emozioni più comuni davanti a qualcosa di nuovo e il più delle volte tendiamo a rifugiarci nella nostra zona di comfort.
E come vive un imprenditore, un uomo e un leader come te questo continuo cambiamento?
Gli ultimi anni sono stati destabilizzanti. Io non sono stato risparmiato dall’incertezza e dalla paura come tutti.
Nessuno è stato risparmiato. La differenza sta nell’uso che si riesce a fare di queste sensazioni rispetto alla situazione che ci circonda.
L’unica soluzione possibile a mio avviso è quella di trovare la stabilità dentro di noi, anziché fuori. Sembra un gioco di parole ma solo quando siamo sicuri dei nostri mezzi possiamo ricostruire la fiducia in noi stessi.
La fiducia è il motore più potente che ci sprona a tirare fuori il meglio di noi anche nelle situazioni più sfidanti, a ricondurre la nave in porto e portare a casa i risultati.
Nella sfera personale così come in quella professionale.
Che consiglio dai a chi deve affrontare un cambiamento nella propria vita?
Il consiglio che posso dare è di non vedere il cambiamento come qualcosa di negativo dal quale fuggire, ma come un’opportunità di crescita, di miglioramento, soprattutto quando nella situazione in cui ci si trova non si sta bene.
Purtroppo per molte persone il disagio del cambiamento è maggiore del dolore di restare dove sono e questa paura preclude loro moltissime possibilità di vivere una vita migliore.
Ma spesso è solo questione di assumersi le proprie responsabilità.
Secondo te oggi quali sono gli elementi più importanti che fanno di una persona un vero Leader in tutti gli ambiti della sua vita?
Credo che esistano 5 aree di miglioramento fondamentali per ognuno di noi.
La prima è la gestione emotiva.
Puoi essere il più grande professionista al mondo e avere un sacco di successo, ma se sei “ignorante emotivamente” muori di stress, hai difficoltà a lavorare con gli altri, litighi con chiunque, vai in reazione ogni volta che succede un imprevisto e ti fai odiare da tutti.
Imparare a gestire se stessi da un punto di vista emotivo è fondamentale, proprio come fa un atleta prima di una gara. Del resto siamo in gara ogni giorno.
La seconda riguarda l’equilibrio psico-fisico.
Se non hai cura di te, sei destinato a pagare un prezzo enorme. I nostri nonni rispetto a noi si muovevano di più, mangiavano meglio, vivevano in un mondo meno inquinato, assumevano meno “chimica” in generale. Oggi la situazione è totalmente cambiata.
Tutti sapremmo che cosa dovremmo fare: muoverci di più, mangiare meglio, prendere del tempo per noi, smettere di fumare, ridurre l’alcol.
Peccato che… nessuno lo fa! Anzi, culturalmente negli ultimi anni abbiamo associato “piacere” a un sacco di cose che ci fanno male (fumo, alimentazione, sedentarietà, alcol), e “dolore” alle cose che invece ci fanno bene (sport, alimentazione, stile di vita sano).
Anche in questo caso non è possibile cambiare stile di vita se non cambi mentalità.
La terza area di miglioramento riguarda la gestione del tempo.
È la risorsa più importante che abbiamo. In realtà il tempo non si può gestire. Siamo noi che dobbiamo gestire noi stessi all’interno del tempo.
C’è chi in 24 ore riesce a fare milioni di cose ed essere felice e soddisfatto, e poi c’è l’affaccendato che fa un milione di cose ma resta sempre fermo.
Questo accade perché alla maggior parte di noi è stata insegnata la mentalità del fare. I nostri genitori, così come i nostri nonni hanno vissuto guidati dal principio del “Più semini, più raccogli” tipico della cultura contadina. Ora questa cosa non è più vera.
La gente lavora già dodici, quattordici ore al giorno, è la normalità. Ma fare di più non garantisce di ottenere di più. Il salto di qualità è sviluppare una mentalità sul risultato.
Ci sono infatti delle attività che hanno un valore più alto di altre come affermava l’economista Pareto dicendo che sul 100% delle cose che facciamo, il 20% genera l’80% dei risultati. Essere un Leader significa anche capire cosa è prioritario – e quindi fa davvero la differenza – e cosa non lo è.
La quarta area di miglioramento riguarda le relazioni.
La qualità della nostra vita è data da quanto bene stiamo con noi stessi, ma anche da quanto bene stiamo con gli altri.
Non puoi combinare nulla di buono nella vita e nel lavoro se non sai creare attorno a te una rete di persone in grado di supportarti e aiutarti nella realizzazione dei tuoi progetti – qualsiasi essi siano!
Curare le proprie relazioni significa allenare l’empatia, l’ascolto, ma anche il proprio modo di comunicare.
Non a caso…
… la quinta area è quella della comunicazione. comunicazione.
Se vuoi essere un professionista o un imprenditore di successo non basta più offrire un servizio o un prodotto di qualità. Devi saperlo comunicare ai tuoi clienti.
Se vuoi fare affari devi saper gestire una comunicazione con persone diverse in occasioni diverse.
Se vuoi essere un bravo genitore devi saper comunicare con i tuoi figli, ascoltarli, comprenderli.
Se vuoi un rapporto di coppia duraturo e soddisfacente la comunicazione è un tassello imprescindibile.
Tutti sono convinti di saper comunicare bene. È una di quelle aree invece, in cui non si impara mai abbastanza.
Qual è la tua linea guida n.1 come imprenditore?
Se c’è una “regola” in cui credo e che ho sempre cercato di trasmettere al mio team è: guida con l’esempio e giudica dai risultati.
Guidare con l’esempio significa essere disposto a fare tu in primis quello che chiedi alla tua squadra. Non puoi chiedere ai tuoi collaboratori di sacrificare un’ora del loro tempo se non sei tu il primo a farlo, così come non puoi chiedere di mettere energia ed entusiasmo in un’attività se non dimostri di essere tu il primo a farlo.
Giudicare dai risultati significa invece che, come dicono a Roma, le chiacchiere stanno a zero.
Tutti sono capaci a parlare.
Tutti a parole sono dei fenomeni. Ma alla fine ciò che sei e ciò che fai concretamente parla di te molto di più delle tue chiacchiere e dei tuoi buoni propositi.
Come si fa ad approfondire il tuo lavoro e a restare in contatto con te? Come possiamo attingere alla tua grande esperienza, oltre alla lettura dei tuoi best seller che si trovano in libreria?
Oltre alla lettura di “Leader di Te Stesso”, uno dei miei best seller che ha venduto oltre 500.000 copie negli ultimi 15 anni, l’online offre diverse possibilità. Io stesso ho creato diversi corsi on line strutturandoli come dal vivo.
Nel mio ufficio abbiamo creato un vero e proprio studio televisivo dove il trainer non si presenta dietro la scrivania di casa come in una zoom, bensì in un’aula con la lavagna e le slides, permettendo così a chi segue da casa di vivere un’esperienza impattante come quella dal vivo.
Nell’ultimo anno ho tenuto dei corsi via web contemporaneamente a 3.500 persone raggiungendole capillarmente a casa loro.
Un altro modo semplicissimo per ottenere degli spunti è andare sul mio canale Youtube dove posto video, interviste e vlog. Oppure ascoltare i miei podcast o leggere i contenuti gratuiti presenti all’interno del mio sito www.robertore.com.