Da agente di commercio a Businessman multitasking
Abbiamo avuto modo di realizzare con lui una intervista e di fargli alcune domande per voi… Buona Lettura!
Parlaci un po’ di te e di come nasce Frulli Group Srl.
La storia della Famiglia Frulli inizia con mio padre, che da agente di commercio, apre la sua agenzia di rappresentanza in Puglia dopo aver lavorato per un periodo di tempo nel nord Italia. Il mio cognome è stata l’eredità più preziosa che abbia ricevuto nella mia vita professionale.
Le mie esperienze lavorative iniziano proprio all’interno dell’agenzia di famiglia, al suo fianco, ma successivamente intraprendo un percorso autonomo ma parallelo al suo.
Questo, mi ha permesso di muovermi in autonomia pur avendo sempre un occhio vigile da parte di mio padre.
Durante le mie esperienze ho avuto la fortuna di relazionarmi con Manager di alto profilo, Nazionale e Internazionale, che mi hanno aiutato a crescere, lasciandomi sempre qualcosa di loro e aiutandomi ad aprire ancora di più la mente e trasformare quella che era un’attività di agenzia in una vera e propria azienda strutturata.
Parliamo di formazione, quanto è stata importante per lo sviluppo della tua impresa?
In quanto Agenzia di Rappresentanze, il personale sia interno che esterno costituisce la risorsa principale e la loro formazione è fondamentale per svolgere l’attività di presentazione dei prodotti. Oggi la formazione dei colleghi che lavorano in azienda è basata sia su conoscenze di tipo tecnico che economiche oltre che di vendita.
La conoscenza specifica dei prodotti, le caratteristiche organolettiche oltre che le differenze con i prodotti della concorrenza, capire perché quel determinato prodotto ha quel costo è importante per dare il giusto valore al prodotto.
Allo stesso tempo, studiare le dinamiche dei clienti con il quale ci interfacciamo e capire quindi quali sono le loro esigenze, qual è la migliore proposta commerciale per affrontare la sfida del mercato, e mantenere un equilibrio sul territorio tra i vari attori del mercato.
Per questo motivo collaboriamo, con l’università e con titolate società di ricerca e sviluppo per implementare la conoscenza con l’obiettivo di alzare sempre più l’asticella della qualità dei servizi da noi offerti.
Arriva un imprenditore che non ti conosce e ti chiede: “che lavoro fai?”. Cosa gli rispondi?
Sono un imprenditore a cui piace lavorare su più business. Titolare di un’agenzia di rappresentanza, Imprenditore nel Business dell’agricoltura con l’azienda Orti di Puglia “Jentu” creando un prodotto della mia terra, la Puglia.
In questa azienda, stiamo investendo molto sia sulle competenze delle persone sia in tecnologia con macchinari più efficienti che logistici con l’ampliamento dello stabilimento. Inoltre abbiamo un vivaio interno di oltre 4 milioni di piantine di nostra produzione.
Nella tua visione d’impresa prevale la valorizzazione del territorio oppure un’espansione su tutto il territorio Nazionale?
Per quanto riguarda l’attività di agenzia, abbiamo già definito un percorso che ci vede protagonisti su tutto il territorio della cosiddetta AREA 4, in quanto questo mercato ormai è considerato unificato, mentre siamo partiti con un progetto nazionale di network con agenzie che condividono con noi gli stessi valori. A settembre 2021 inaugureremo la nostra nuova sede su Milano.
Per quanto riguarda invece il brand Orti di Puglia “Jentu”, il focus primario rimane la valorizzazione del territorio, puntando a diventare l’azienda di riferimento pugliese per tutte le catene di distribuzione alimentare.
Trattandosi di agricoltura è fondamentale strutturare e creare una base solida nel territorio di appartenenza per poi prendere in considerazione l’espansione dell’attività anche fuori dalla puglia.
Che tipo di difficoltà vive un’azienda che vive oggi di agricoltura?
L’agricoltura ha bisogno di continui investimenti, soprattutto per chi come noi, crea un prodotto che non è industriale ma viene solo lavorato, quindi lavato, tagliato, confezionato e pronto al consumo con 6 giorni di “shelf life”.
Per avere un buon risultato ed un prodotto qualitativamente buono, bisogna effettuare degli investimenti importanti, mirati ed attendere il tempo che serve alla terra per dare i suoi frutti.
Per farsi apprezzare dal mercato, è necessario cercar di fare il prodotto più buono ed essere efficace ed efficiente sulla catena produttiva, nei processi, che devono essere sempre più produttivi per avere un’offerta economica adeguata.
Il mio auspico che chi ha il potere di indirizzare le risorse pubbliche per gli investimenti abbia un’attenzione maggiore nell’agricoltura, che a mio avviso, è la prima risorsa del nostro territorio su cui puntare.
Nel quadro generale, c’è una forte connessione tra benessere mentale, alimentare e fisico, per questo abbiamo deciso di investire in un nuovo progetto nel mercato del benessere fisico.
Che impatto ha avuto sulle tue imprese, il 2020, l’anno del Covid?
Il Covid ha avuto un impatto relativo sulle nostre imprese. Noi siamo fra le imprese fortunate. Lavorando con la catena alimentare e non abbiamo subito il blocco dell’attività.
Abbiamo analizzato come è cambiata, in questo periodo, la spesa del consumatore, dove oggettivamente si sono venduti maggiormente prodotti “commodities” a discapito dei prodotti con più valore di servizio, di conseguenza con più margine.
Lavorando su più categorie merceologiche, il nostro fatturato nel complesso è aumentato.
In questo periodo particolare, per molti davvero difficile, noi siamo stati dei privilegiati ed è stato giusto essere vicini alla comunità, in accordo con le istituzioni sanitarie e il comune di Bari, con donazioni economiche, prodotti alimentari e macchinari sanitari.
Prima parlavamo dell’importanza dell’ Agricoltura per il territorio pugliese e della connessione tra alimentazione, benessere fisico e mentale, ed hai fatto cenno ad un nuovo progetto nel Wellness. Di cosa si tratta?
Si, si tratta di un progetto nato per caso, durante una conversazione con il mio personal trainer che mi ha parlato di un nuovo progetto di palestra.
Incuriosito, ho voluto approfondire la materia e successivamente mi sono “ritrovato” in un incontro con un grosso gruppo del settore, che in Italia vanta 70 palestre ed altre nel resto d’Europa.
A settembre apriremo contemporaneamente 2 palestre da 1100mq cadauna a Bari in particolare presso i centro commerciali Mongolfiera di Viale Pasteur e di Japigia.
Ho scelto di investire in questo progetto perché ritengo sia il format di palestra del prossimo futuro. Si tratta di una palestra grande, accogliente, con personale qualificato in un format avveniristico ad un costo accessibile a tutti. Una vera innovazione per il mondo wellness a Bari.
Il nostro obiettivo è quello di aprire 8 sedi in Puglia, con focus al momento sulla provincia di Bari e BAT.
Alla luce della tua storia e della tua attività, chi è secondo te, un vero imprenditore?
Chiunque rischia il capitale proprio, può essere definito un imprenditore.
C’è però una differenza tra due tipologie di questa categoria: ci sono gli imprenditori lavorano sulla propria attività per soddisfare il benessere proprio limitandolo alla propria famiglia e poi ci sono i “Businessman”, ovvero imprenditori proiettati nel trasformare la propria attività in un’impresa che oltre a restituire una gratificazione economica comincia ad essere un ecosistema sociale.
La più grande dote di un imprenditore, a mio avviso, deve essere la capacità di individuare figure professionali affidabili e competenti a cui delegare mansioni specifiche per sviluppare la propria azienda.
Ci sono dei consigli che possiamo dare ad un ragazzo giovane che vuole realizzare un progetto d’impresa?
In qualità di Presidente dei Giovani Imprenditori, ci sono diversi consigli che mi sento di dare:
1. Scegli un’attività che ti piace perché la prima soddisfazione è nel fare un lavoro che non ti sia di peso. Infatti, la passione e la perseveranza sono le leve per avere successo.
2. Studia e preparati per affrontare quel determinato lavoro, in quanto oggi l’errore più frequente è l’improvvisazione!
L’improvvisazione non è più consentita: il mondo economico, i fornitori, clienti, dipendenti e tutti gli altri attori del mondo del lavoro, con il quale ogni imprenditore si interfaccia, non perdonano l’errore, quindi è fondamentale essere preparati e specializzati nell’attività del lavoro che si vuole intraprendere. In passato avevamo l’opportunità di iniziare come giovane apprendista e successivamente acquisita una competenza sul campo, si prendeva l’iniziativa di lavorare in proprio e diventare imprenditori. Oggi con le regole del mercato sempre più stressanti e competitive è difficile aprire una attività, in quanto l’impegno finanziario proprio è eccessivamente oneroso per molti.
3. Armati di spirito di sacrificio. Questo è il punto più importante! Fare l’imprenditore è un lavoro difficile che comporta tante responsabilità, non ha orari, non ha una retribuzione certa e comporta una serie di sacrifici economici e personali che molto spesso vengono retribuiti meno di un impiego da dipendente.
Per questo la passione, la costanza, la determinazione e la perseveranza sono gli elementi di cui nutrirsi tutti i giorni a questo aggiungiamo un pizzico di fortuna che non fa mai male.